Artificialia et Mirabilia – Giovedì 13 luglio 2023, Villa d’Este

Giovedì 13 luglio 2023 – Villa d’Este – Ore 18.00
In occasione dell’inaugurazione dell’esposizione
ARTIFICIALIA ET MIRABILIA:
un dialogo diacronico fra le collezioni delle Villæ
Concerto itinerante del Coro del Lunedì tra le fontane, gli archi e gli interni di Villa d’Este

Da venerdì 14 luglio 2023, le VILLÆ aprono al pubblico presso Villa d’Este, con due sezioni anche a Villa Adriana e al Santuario di Ercole Vincitore, l’esposizione Artificialia et Mirabilia, progetto curato da Andrea Bruciati che vede riunite le opere acquisite grazie al PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura: Nebbia dissolta dalla pioggia + Melancolia, ovvero trasparente di Gianni Caravaggio (Rocca S. Giovanni, 1968), Del vero amore di Francesco De Grandi (Palermo, 1968), Dreamers di Andrea Mastrovito (Bergamo,1978) e Vodorosli di Luca Trevisani (Verona, 1979).
dialogo fra le collezioni dell’Istituto, stimolato dal Piano per l’Arte Contemporanea2021 (PAC2021). Nella prima giornata di apertura alle ore 11.00 a Villa d’Este i quattro artisti coinvolti nel progetto, Gianni Caravaggio (Rocca San Giovanni, 1968), Francesco De Grandi (Palermo, 1968), Andrea Mastrovito (Bergamo, 1978) e Luca Trevisani (Verona, 1979) incontrano il pubblico per raccontare l’evoluzione delle loro ricerche, contestualizzate nel rapporto con il patrimonio culturale delle VILLÆ. Il progetto prevede focus dedicati alle singole opere contemporanee, accanto a reperti delle collezioni permanenti dell’Istituto conservate nei Mouseia di Villa Adriana, nell’Antiquarium del Santuario di Ercole Vincitore e nei cospicui depositi presenti nei diversi siti, al centro di costanti iniziative di valorizzazione che trovano, al contempo, sintesi e stimolo nell’esposizione Artificialia et mirabilia. Compito primario delle recenti acquisizioni del PAC2021 è contribuire a rinnovare e vivificare la complessa stratificazione culturale dei luoghi storici e il rapporto osmotico di essi con il paesaggio. L’inserimento di opere dal linguaggio contemporaneo nelle collezioni storiche facilita il rapporto con le radici antropologiche che l’Istituto rappresenta, radici sincretiche che sono anche le fondamenta della cultura occidentale».

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